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How do you eat an elephant?

Ché a pensarci bene, partire è molto più facile che restare. Per lo stesso principio per cui una cosa rotta si butta e se ne compra una nuova. Ché aggiustare le cose è complicato, pochi lo sanno fare e ancora meno ci riescono.

E poi, partire, restare, dipende da dove si traccia la linea di confine. Restare in un posto, in un paese, in un pianeta, in uno stile di vita, in uno stato mentale. Partire per mete ignote, mete desiderate, mete sub-continentali o sub-conscie.

Perché più che i treni, gli aerei o le proprie gambe, sono le esperienze a farci veramente viaggiare. E a farci capire a cosa abbiamo lasciato dietro di noi, e quanto riusciremo a costruire dopo di esse.

-How do you eat an elephant?

-With chopsticks.

-What?

-Slowly with chopstick.

-That’s not the chopsticks. […] One bite at a time.

New Girl Season 2 Episode 13

Mica come fanno i serpenti, che esagerano sempre.

Le Petit Prince

Road to nowhere

Stavo dimenticandomi che son finite le vacanze ed era caso di togliere quell’alberello rosso natalizio dallo sfondo. Natale che mai come quest’anno non ho vissuto, o meglio, non ho preparato, addobbato, aspettato, tutta concentrata a preparare, pianificare e aspettare questi momenti.

Ora devo ricordarmi come si fa a mettere un piede dopo l’altro, a percorrere una strada che incute timore così bianca, così immacolata e inesplorata. Mentre lei aspetta solo le mie impronte.

Talking Heads – Road to nowhere

Counting down the days

È iniziato il conto alla rovescia per il giorno di Natale (qualcuno lo chiama Avvento), e sul mio blog scende la neve. In città si preparano le luminarie, più o meno sobrie a seconda dei gusti. Mercatini di Natale, decorazioni, presepi, odori di cannella e tisane calde.

Bisogna prepararsi.

Io devo prepararmi.

Ché nel 2013 di neve ne avrò fin sui capelli.

P.S.: ah, il cactus di cui parlavo nel post precedente è vivo e vegeto, non temete. u_u

Misunderstandings

“Winston, I said key not tea, you freaking idiot!”

PS, sì, fondamentalmente ecco cosa faccio in questo periodo al posto di bloggare.

E meno male che ero affidabile!

L’ultimo post risale alla nomination per il blog affidabile. Al momento è un po’ un controsenso, visto che sono mesi che non aggiorno, mesi che questo pezzo di internet tutto mio si sta trasformando in terra di nessuno, anzi, terra di spammer (per fortuna che ci pensa Askimet a bloccarli).

Post corto solo per alleviare questo micro senso di colpa. Sostanzialmente in questo momento ho la testa solo per curare piante grasse (e infatti il cactus ringrazia per l’acqua che NON riceve, più deserto di così…). Quando avrò tempo, calma, voglia e pazienza, ci ritornerò. (al blog non al cactus)

Update in progress…

0%:

Mi hanno detto che sono una blogger “affidabile”, in quanto: aggiorno regolarmente (la motogp aiuta a tenere il ritmo, sapete), scrivo delle mie passioni (è il motivo per cui ho iniziato due anni fa), favorisco la condivisione e la partecipazione degli altri utenti (non ho mai morso nessuno per un commento, tranne quelli di spam, ma è una storia a parte), offro contenuti originali (non sembra ma mi ci impegno a scrivere queste poche cazzate) e non infarcisco con pubblicità il blog (tranne quando parlo delle cuffie AKG, degli album dei Nightwish, o di cose così, ma è tutta pubblicità subliminale, credo che non valga).

Ringrazio Hetschaap che mi ha elargito questo premio, ringrazio la Bocciofila tutta che mi segue. Come nelle migliori “catene”, io vado controtendenza, e invece di nominare altri 5 blogger, ne nominerò solo uno (anche perché gli altri son già stati premiati). And the winner is:

Numero66

perché dal suo blog consiglia frequentemente musica da scoprire o riscoprire in chiave tutta nuova, accompagnandola con piccoli aneddoti personali.

…continue updating…

MotoGp – 9 – Mugello, Italia

Metà andata, metà da fare. Il Mugello è il giro di boa del campionato motomondiale 2012 e il discorso è quanto mai ricco e interessante.

Jorge Lorenzo è stato il vero mattatore del GP d’Italia, stradominatore del weekend, con un unico neo sulla qualifica di sabato, condizionata da una noia elettronica al giro buono. I punti non si conquistano con le poleposition, in gara lo spagnolo è stato fenomenale, ha imposto il suo ritmo e come sempre non ha mancato di ripetersi giro dopo giro su tempi inarrivabili per tutti gli altri. Addirittura il suo ultimo giro era già una passerella di saluti, mentre affrontava le curve del circuito toscano salutava “ciao ciao” quando la mano non era impegnata a tirar la frizione. Azzeccato nella versione Black Mamba, il serpente più veloce del mondo, ha stretto le spire sul primo posto in campionato.

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Meme musicale

Dopo il meme libresco, ho deciso che il blog necessitava di un analogo musicale; questo test in particolare lo conoscevo già da un po’ di tempo, ma lo avevo perso nel cambio di computer. Mi sono impegnata per le risposte, cercando di evitare le ripetizioni e le canzoni più ovvie, però ci sono alcune che proprio stanno nel cuore e gira e rigira, sono sempre loro.

MotoGp – 7 – Assen, Olanda

La gara di Assen ha sempre in sé qualcosa di particolare: vuoi che qui si corra di sabato, per rispettare quella tradizione storica che dal 1949 l’ha caratterizzato. Vuoi che il suo TT sia considerato l’Università del Motociclismo, dove si impara molto e si esce formati. (in fondo è questo quello che un’università dovrebbe fare)

Assen in effetti ha molte lezioni da impartire: la prima è che nello sport, come nella vita, nulla si può dare per scontato. Tutti a parlare di come Casey Stoner fosse un po’ alla frutta, psicologicamente per via del ritiro e per la serie di gare “negative”, se negativi possono essere i suoi risultati, e per via dello svantaggio di punti da recuperare da Jorge Lorenzo. E c’è anche la caduta nelle libere di venerdì mattina a complicare la situazione; ma l’australiano, tutto acciaccato e al grido di “I know my body” (lo stesso body che l’aveva costretto a ritornare in terra natìa per una gastrite), scende in pista, non solo ti conquista la poleposition, ma vince anche la gara.

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F1 – 8 – Valencia, Spagna

Siamo un po’ in ritardo. Abbiate pietà, mia colpa, mia colpa e mia grandissima colpa.

In barba alle statistiche, 6 sorpassi in 4 edizioni, la gara di Valencia è stata la più spettacolare della stagione, ricca di sorpassi e di colpi di scena fino all’ultima curva.
Grande onore va al vincitore Fernando Alonso che, benché il sabato in qualifica faccia il suo peggior risultato stagionale (alla pari della gara d’esordio in Australia) 11esimo, riesce a portarsi subito in quarta posizione grazie ad una partenza fulminante, unica caratteristica a favore della monoposto di Maranello. Nei primi giri Alonso è scatenato, ma più del rombo del motore si leva il ruggito del campione ferito sia dalla sciagurata gestione tattica della gara del Canada, che gli ha negato la gioia del podio, sia dalla non brillante qualifica del sabato.
E per quanto si stimi Alonso, qui finiscono i suoi meriti ed iniziano i demeriti degli altri.
Inziamo da Hamilton che, ancora una volta, paga la sbadataggine dei suoi meccanici concretizzatasi nell’ennesimo patatrack. All’anglo-caraibico esplode la vena e finisce per terminare la gara contro un muretto in seguito ad un corpo a corpo con il venezuelano Maldonado, il quale, va detto, ha la maggior parte della colpa.
Vettel, partito in pole-position e avendo accumulato 20 secondi di distacco dal resto del plotone, rimane fregato dalla sua monoposto, tradito da noie meccaniche. Poco importa che tutto il suo distacco si fosse comunque azzerato in seguito all’ingresso della Safety car, intervenuta per permettere ai commissari tecnici di liberare la pista dai detriti della macchina del povero Vergne.
Noie meccaniche anche per il francesino Grosjean che, sfigato pure lui, a una 20ina di giri dalla fine era l’unico a dar qualche grattacapo a Nando. Oltre all’asturiano, sentitamente ringrazia il “sempre-in-palla” Kimi Raikkonen e un “duro-a-morire” Michael Schumacher al suo primo podio dopo il rientro in Formula 1, podio che mancava dalla vittoria in Cina 6 anni fa.
Per quanto riguarda gli altri, ennesimo pessimo risultato per Button che, dopo il buon inizio dell’Australia, ha avuto un’emorragia di risultati secondo solo al “Calimero” Massa il quale, vuoi per colpe sue, vuoi per colpe altrui, (vedi lo strike compiuto ai suoi danni da Kobayashi) si ritrova uno spread (termine che ultimamente va tanto di moda) dal compagno di squadra, nonché leader del mondiale, di ben 100 punti: un’enormità che non possono non far riflettere gli uomoni di Maranello sulla permanenza in rosso del brasiliano per la prossima stagione.