Siamo un po’ in ritardo. Abbiate pietà, mia colpa, mia colpa e mia grandissima colpa.
In barba alle statistiche, 6 sorpassi in 4 edizioni, la gara di Valencia è stata la più spettacolare della stagione, ricca di sorpassi e di colpi di scena fino all’ultima curva.
Grande onore va al vincitore Fernando Alonso che, benché il sabato in qualifica faccia il suo peggior risultato stagionale (alla pari della gara d’esordio in Australia) 11esimo, riesce a portarsi subito in quarta posizione grazie ad una partenza fulminante, unica caratteristica a favore della monoposto di Maranello. Nei primi giri Alonso è scatenato, ma più del rombo del motore si leva il ruggito del campione ferito sia dalla sciagurata gestione tattica della gara del Canada, che gli ha negato la gioia del podio, sia dalla non brillante qualifica del sabato.
E per quanto si stimi Alonso, qui finiscono i suoi meriti ed iniziano i demeriti degli altri.
Inziamo da Hamilton che, ancora una volta, paga la sbadataggine dei suoi meccanici concretizzatasi nell’ennesimo patatrack. All’anglo-caraibico esplode la vena e finisce per terminare la gara contro un muretto in seguito ad un corpo a corpo con il venezuelano Maldonado, il quale, va detto, ha la maggior parte della colpa.
Vettel, partito in pole-position e avendo accumulato 20 secondi di distacco dal resto del plotone, rimane fregato dalla sua monoposto, tradito da noie meccaniche. Poco importa che tutto il suo distacco si fosse comunque azzerato in seguito all’ingresso della Safety car, intervenuta per permettere ai commissari tecnici di liberare la pista dai detriti della macchina del povero Vergne.
Noie meccaniche anche per il francesino Grosjean che, sfigato pure lui, a una 20ina di giri dalla fine era l’unico a dar qualche grattacapo a Nando. Oltre all’asturiano, sentitamente ringrazia il “sempre-in-palla” Kimi Raikkonen e un “duro-a-morire” Michael Schumacher al suo primo podio dopo il rientro in Formula 1, podio che mancava dalla vittoria in Cina 6 anni fa.
Per quanto riguarda gli altri, ennesimo pessimo risultato per Button che, dopo il buon inizio dell’Australia, ha avuto un’emorragia di risultati secondo solo al “Calimero” Massa il quale, vuoi per colpe sue, vuoi per colpe altrui, (vedi lo strike compiuto ai suoi danni da Kobayashi) si ritrova uno spread (termine che ultimamente va tanto di moda) dal compagno di squadra, nonché leader del mondiale, di ben 100 punti: un’enormità che non possono non far riflettere gli uomoni di Maranello sulla permanenza in rosso del brasiliano per la prossima stagione.